«Gli imprenditori balneari spagnoli non stanno facendo investimenti per ottenere un nuovo titolo concessorio, ma, al contrario, stanno sviluppando investimenti grazie alla concessione trentennale appena acquisita». Così Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria, riassume l'aspetto più importante emerso dal nuovo vertice della Federazione europea degli imprenditori balneari, tenutosi venerdì scorso alla fiera Expoplaya di Torremolinos dopo il precedente incontro di ottobre al Sun di Rimini. «Al contrario del nostro paese, dove i momenti fieristici dedicati ai balneari stanno subendo una forte crisi, Expoplaya era affollatissima di imprenditori desiderosi di investire: una naturale conseguenza della certezza d'impresa ottenuta con la recente riforma della Ley de Costas, che ha concesso 30 anni di sicurezza ai titolari di chiringuitos», aggiunge Licordari, come già riportato dal reportage di Mondo Balneare (vedi notizia) che ha seguito anche questo incontro di Efebe come media partner. Licordari, che rappresenta l'Italia all'interno della Federazione europea, si è incontrato a Torremolinos con Norberto del Castillo (presidente Federación española de empresarios de playa) e João Carreira (presidente Federação portuguesa de concessionários de praia), continuando lo scambio di informazioni per trarre gli aspetti più interessanti sul demanio marittimo di ogni paese. «Un vertice particolarmente utile - precisa il presidente di Assobalneari-Confindustria - in vista dell'imminente incontro con il ministro agli affari regionali Enrico Costa, al quale porterò una folta documentazione». Al vertice di Efebe hanno infatti partecipato anche alcuni amministratori di spicco, tra cui il dirigente del Ministero dell'ambiente Fernando Martinez Vidal e la deputata Irene Rivera (Ciudadanos). «In particolare – aggiunge Licordari – la deputata Rivera si è dimostrata particolarmente attenta alle questioni del turismo e alle problematiche degli imprenditori balneari, manifestando incredulità per come l'Italia - che la deputata sapeva essere il paese più all'avanguardia nel turismo balneare - sta affrontando la situazione di incertezza in cui sono precipitate le nostre concessioni. Rivera si è dichiarata disponibile a fornirci tutta la documentazione di cui potremmo avere bisogno per affrontare la vicenda insieme al nostro governo. Grazie all'esperienza di Efebe siamo dunque riusciti a istituire un filo diretto con il parlamento spagnolo, e siamo ora in grado di portare in Italia l'esempio della situazione di questo paese, mettendola a disposizione del governo e degli altri sindacati». Per quanto riguarda le vicende spagnole, durante il vertice la Federación española de empresarios de playa ha espresso soddisfazione per la recente sentenza del Tribunale costituzionale (vedi notizia) che ha modificato solo marginalmente alcuni aspetti ambientali della Ley de Costas, senza andare a intaccare - e anzi blindandola - l'estensione di 30 anni delle concessioni balneari (che, lo ricordiamo, può essere ampliata fino a 75 anni in base agli investimenti a favore dell'ambiente) e riconoscendo i titolari di chiringuitos come concessionari di beni e non di servizi. «In base a questo importante presupposto – prosegue Licordari – Assobalneari aveva presentato degli emendamenti all'ultima Legge di stabilità, chiedendo che le concessioni fossero estese di 30 anni con premialità per gli investimenti in cura ambientale. Ma purtroppo il nostro legislatore non li ha approvati». C'è poi un nuovo aspetto interessante emerso dal nuovo confronto di Efebe: «Né in Spagna né in Francia gli imprenditori balneari hanno il servizio di salvataggio a loro carico, poiché è un servizio dell'amministrazione pubblica, e questo facilita di certo le loro imprese. Dal momento che invece in Italia siamo noi balneari a doversi preoccupare per legge del salvamento, a maggior ragione lo Stato dovrebbe garantirci le sufficienti condizioni per poter continuare la nostra attività. Questo porterebbe ad accadere ciò che stiamo vedendo in Spagna oggi: gli imprenditori balneari stanno investendo perché hanno ottenuto un buon periodo concessorio. Rimarco con forza - conclude Licordari - che i colleghi spagnoli non stanno effettuando investimenti per ottenere un titolo, bensì perché hanno precedentemente ottenuto un titolo trentennale che rappresenta una giusta sicurezza, proprio come era avvenuto in Italia grazie alla legge Baldini che ci aveva garantito il rinnovo automatico ogni sei anni». Fonte: MondoBalneare.com